Sacrario militare di Redipuglia

Anno : 2015
luogo :

Redipuglia (GO)

tipo di incarico :

Restauro

stato :

Progettazione Definitiva

committente :

Presidenza del Consiglio dei Ministri, Segretariato Generale – Struttura di missione per gli Anniversari di interesse nazionale

rtp :

Eugenio Vassallo, Maurizio Milan, Andrea Piero Donadello, Paolo Cornale, Carlo Pavan, Nicola Pavan

rappresentazioni :

Andrea Tomasino

 

 

La parte alta del Sacrario, il raggiungimento della sommità della scalea, costituisce una sorta di traguardo: momento di arrivo e punto di osservazione del territorio goriziano. L’attenzione ricade sulla dimensione paesaggistica del progetto di Greppi e Castiglioni, sulla complessità di un monumento composto da tanti elementi e sull’equilibrio che da sempre è insistito tra il Sacrario e il suo contesto. Contesto da interpretare come parte del monumento e che con questo sigillava una sorta di sodalizio. Quest’equilibrio oggi appare meno solido a causa delle inevitabili trasformazioni che il tempo e le nuove esigenze funzionali hanno imposto in termini di accessibilità e manutenzione della crescita del bosco.

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L’ipotesi di progetto si propone di riscoprire un equilibrio sia formale dimensionale che espressivo nel rapporto tra paesaggio e Sacrario, ed in quest’ottica prevede il taglio delle specie arboree poste in sommità del Monte Sei Busi e a ridosso del monumento. La forma del quadrato, che si viene a creare con lo sfalcio e il taglio degli alberi compresi nell’area di progetto, aiuta a riproporzionare la misura del monumento amplificandone il significato e compiendo così la chiusura del percorso in uno spazio che torna ad accogliere la scalea; omaggiando quella collina dall’aspetto brullo e prevalentemente roccioso, battuta dal vento e luogo di battaglia, che è il paesaggio carsico prima degli interventi di riforestazione degli anni ’50 e ’60 del Novecento.

 

 

La cesura compresa tra il Monumento ed il giardino, ovvero lo spazio compreso tra l’ultimo gradone della scalea (con la Cappella, le due tombe dedicate ai militi ignoti e le due ali del museo) e l’area a giardino (con l’osservatorio-cisterna dell’acqua), si qualifica come un momento di passaggio. Si tratta di uno spazio dotato di particolare tensione: qui tutto richiama un’idea di sospensione – di respiro trattenuto – perché per un verso rappresenta l’ingresso al Sacrario dal monte, e per l’altro è cesura che separa il monumento dalla cima della montagna su cui è poggiato.
In effetti, per raggiungere questo spazio, a partire dal monumento, è necessario discendere una gradonata e da qui per raggiungere il monte è necessario salirne un’altra. Evoca l’immagine di una trincea allargata, una sorta di limbo, o spazio calmo, che non guarda direttamente il Sacrario o il monte.
Oggi questo spazio si connota come il retro del monumento, un collegamento ai vani di servizio tra il parcheggio e la cappella, non di certo come un momento atteso da scoprire.
Il progetto si propone di superare questa percezione e tenendo conto delle funzioni presenti riorganizza i collegamenti e riordina, semplificando, la vasta quantità di elementi e materiali che caratterizza questo spazio.