M9 – Guardarsi intorno
Mestre (VE)
Costruzione contenuti sezione trasformazioni urbanistiche e del paesaggio nel ‘900
Fondazione di Venezia – Museo M9
Renata Codello, Carlo Pavan, Nicola Pavan
Guido Guerzoni
Michelangela Di Giacomo, Livio Karrer, Fedra Pizzato, Giuseppe Saccà
Carraro Lab
Un uomo si propone di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.
J.L. Borges, L’artefice
In Italia i destini di città e campagne si sono sempre intrecciati nella storia, come scrive Bevilacqua la campagna non è stata mai un universo autonomo e semovente, tanto che questa distinzione appare sempre meno adatta a descrivere i paesaggi prodotti dei fenomeni di trasformazione novecenteschi. Se la metafora dell’Italia delle cento città poteva descrivere in qualche modo la realtà postunitaria, ormai siamo di fronte ad una urbanità sconfinata, ad un tessuto urbano sempre più isotropo che si estende per chilometri e chilometri senza evidente soluzione di continuità. Nel 1901 meno del 30% degli italiani viveva in comuni con più di 20 mila abitanti, un secolo dopo sono poco più del 50%. La crescita delle città italiane nel Novecento è stata progressiva ed esponenziale.Abbiamo così assistito – insieme alla scomparsa della distinzione città-campagna come figure in grado di descrivere appieno il territorio – alla vera e propria scomparsa di uno dei termini di questo binomio: la “civiltà contadina” cede il passo ad una urbanità molto articolata che pervade tutto il territorio italiano e coinvolge anche le realtà che potrebbero apparire più propriamente rurali.